Reggio Calabria La Storia

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Reggio di Calabria è un comune italiano di 173 578 abitanti[1]capoluogo dell’omonima città metropolitana, in Calabria.

Primo comune per popolazione[7] e unica città metropolitana[8] della Regione, oltreché sede del Consiglio regionale della Calabria, è capofila della cosiddetta Grande Reggio, agglomerazione urbana che raccoglie i vari comuni della sponda calabrese dello stretto di Messina.

Insieme all’area metropolitana di Messina, rappresenta il cuore dell’area metropolitana dello Stretto, una conurbazione frutto della continuità urbana, forte integrazione sociale ed economica tra i comuni delle due sponde dello stretto.

Reggio Calabria possiede un museo archeologico nazionale, uno tra i più rilevanti in Italia[9], custode delle più importanti collezioni di reperti della Magna Grecia[10][11] e dei Bronzi di Riace, divenuti tra i suoi simboli identificativi.

Città più antica della Calabria greca, nonostante la sua storia trimillenaria – Ῥήγιον fu un’importante e fiorente colonia magnogreca[12] – si presenta con un impianto urbano moderno, conseguente alla ricostruzione operata all’indomani dei catastrofici eventi sismici del 28 dicembre 1908, i quali distrussero gran parte dell’abitato.

Il territorio comunale si sviluppa lungo la costa orientale dello stretto di Messina per circa 32 km e verso est, da mare a monti, per altri 30 km circa, con zone di mezza costa, collinari e montuose. La città occupa complessivamente una superficie di 236,02 km² e si estende da un livello altimetrico minimo di 0 metri a un massimo di 1 803 m s.l.m.

Il centro storico è stato ricostruito a un’altitudine media di 31 m s.l.m. lasciando la parte costiera più bassa libera da costruzioni civili data l’eccessiva prossimità al mare che durante il maremoto del 1908 comporto migliaia di morti[13]. L’intera costa antistante il centro storico è stata dunque livellata su tre volumi, via marina bassa, via marina alta e striscia botanica. Geograficamente il nucleo principale è compreso tra la fiumara dell’Annunziata (nord) e la fiumara del Calopinace (sud), mentre il restante territorio comunale si sviluppa da Catona (nord) a Bocale (sud).

A ovest la città si affaccia sullo stretto di Messina, braccio di mare di circa 3,5 km che la separa da Messina, sponda occidentale dello stretto. Insieme le due città formano l’Area metropolitana dello Stretto[14].

Localizzazione

«Reggio, acroterio d’Italia
(Tucidide, Storie, I 30 1)

Reggio è situata sulla punta dello “stivale”, alle pendici dell’Aspromonte e al centro geografico del Mediterraneo, gode di un panorama unico al mondo che permette di scorgere chiaramente le coste siciliane e l’Etna, e finanche dalle sue alture le isole Eolie.

Nella frazione di Bocale la città è attraversata dal 38º parallelo, dove è stato eretto un obelisco con un monolite di marmo di Carrara, sul cui retro è inciso[15]:

Questo dono marmoreo

Frammento ed emblema della terra Apuana

Nell’abbraccio di Reggio Calabria, Atene, Smirne,

Seul, San Francisco, Cordova

Città tutte poste su questo parallelo 38º

Auspica

Orizzonti di pace

Nell’operare della cultura

(Carrara 67 Congresso Internazionale Reggio Calabria 68 – Società Dante Alighieri – 2 settembre 1987)

Nell’area metropolitana, precisamente nel comune di Brancaleone, si colloca anche il luogo più a meridione d’Italia, il Promontorio di Eracle, oggi Capo Spartivento dove è stato costruito nel 1867 il Faro di Capo Spartivento, a 64 m s.l.m. con una lanterna visibile fino a 22 miglia nautiche[16Risorse del territorio

Risorse sul territorio

Il territorio è caratterizzato da una particolare fertilità dovuta all’abbondanza di acqua, il solo territorio metropolitano è attraversato da sette fiumare[17], e dal clima mite, nonostante l’orografia sia per lo più collinare e montuosa a strapiombo sul mare, aspetto che ha favorito le coltivazioni a terrazzamento e la lavorazione delle colture alberate che si adattano facilmente a qualsiasi terreno e svolgono al contempo una funzione drenante dell’erosione del territorio[18].

Nell’estremo nord della provincia si estende la vasta piana di Gioia Tauro dove è particolarmente diffusa la coltivazione dell’olivo, inoltre sulla costa negli anni 1970 è stato costruito il Porto di Gioia Tauro[19], infrastruttura industriale e logistica fondamentale al collegamento tra Europa e Mediterraneo.

In esso è convogliata buona parte del settore dei trasporti navali merci, il retroporto ospita diverse attività industriali collegate e no alle attività portuali ed è sede dell’Autorità Portuale di Gioia Tauro, che coordina i porti di Gioia Tauro, Corigliano, Palmi e Crotone.

Lungo la fascia costiera meridionale si sviluppano agrumi, vite e in particolare gli alberi di bergamotto, agrume aspro la cui essenza sta alla base di molte preparazioni profumiere. Trattasi di prodotto DOP dai molteplici usi che è controllato dal Consorzio di tutela del Bergamotto di Reggio Calabria dal 1931 ed è oggetto di studio costante dalla Stazione Sperimentale per le Industrie dell’Essenze e dei Derivati degli Agrumi, istituita nel 1918 per lo studio delle essenze e derivati degli agrumi e i suoi vari usi.

Negli anni 1950 gli studi della Stazione raggiunsero il massimo splendore e la città ospitò per diversi anni la Fiera internazionale delle attività agrumarie e delle essenze e degli olii e nel centro cittadino si sviluppava il Parco della Fiera agrumaria, struttura dedicata allo svolgimento della fiera.

Negli anni successivi il mutare del contesto internazionale e la miopia della classe impreditoriale e amministrativa locale ha visto la perdità sia della fiera in favore della Spagna, sia il mutamento delle strutture attinenti, il Parco venne trasformato in area verde con l’ubicazione di alcune strutture sportive cittadine ed è in parziale abbandono. Mentre le strutture fieristiche furono delocalizzate nel quartiere di pentimele, adiacenti alla stazione metropolitana e oggi sono completamente abbandonate[20]. La stessa Stazione sperimentale ha perso il controllo del Museo del Bergamotto, trasferito nel mercato coperto cittadino[21].

Segno tangibile di archeologia industriale si rivengono nel quartiere di San Gregorio, a ridosso della città, dove è ancora oggi visibile la Chimica Arenella, uno stabilimento industriale abbandonato che produceva acido citrico dall’olio essenziale di bergamotto. Inoltre, in pieno centro cittadino, affacciati sull’argine sinistro del fiume Calopinace vi sono i resti della ex fabbrica di bergamotto Vilardi [22], ulteriore segno tangibile del passato industriale cittadino.

Sempre nella costa meridionale è particolarmente diffuso l’albero di gelso, pianta essenziale in passato per la produzione della seta, essendo i suoi frutti il nutrimento preferito dai bachi. In passato la città ospitava diverse filade nella zona di Villa San Giovanni[23] e a partire dal 1600 era fortemente rinomata per la qualità dei tessuti esportati nel resto del continente[24] e la grande quantità produttiva che era espressione di sistema industriale avanzato[25][26].

La bachicoltura e l’intiera filiera produttiva della seta entrò in profonda crisi nella seconda metà del Novecento fino ad azzerarsi con la scoperta delle fibre sintetiche[27] e la modifica delle tecniche produttive.

Ulteriore risorsa del territorio è rappresentata dal turismo essendo la città al centro di un’area storico culturale antichissima, dove ad esempio gli studiosi collocano l’incontro di Odisseo con i mostri mitologici Scilla e Cariddi, descritti da Omero. Nonostante i diversi terremoti devastanti che hanno cancellato alcune delle vestigia cittadine, sono numerosissime le testimonianze del passato ancora visibili.

 

Età antica

Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Rhegion.

Tra le più antiche città d’Europa, l’antica Rhegion è una delle più antiche colonie greche fondata in Italia meridionale verso la metà dell’VIII secolo a.C. (intorno al 730 a.C. [35][36]) da genti calcidesi e messeniche.

Il sito dove fu fondata la città era già abitato dagli Ausoni, ricordati da Diodoro Siculo e dagli Enotri citati da Dionigi di Alicarnasso e da Strabone, la cui presenza è attestata dal rinvenimento di tombe in loco. Secondo il mito, fu l’oracolo di Delfi a indicare loro il luogo dove fondare la nuova città: «Laddove l’Apsias, il più sacro dei fiumi, si getta nel mare, laddove, mentre sbarchi, una femmina si unisce ad un maschio, là fonda una città; (il dio) ti concede la terra ausone» (Diod. VIII,23; Strab. VI, 1,6; Her.Lem., Cost. 25; Dion.Hal., Excerpta XIX,2).

Il toponimo, similmente a Roghudi e Riace, viene interpretato come derivato da “Ruha ake”, luogo del vento nelle lingue sumero-accadiche (G. Tripodi, Atti Accad. Peloritana dei Pericolanti, 88 p. 45, 2012). L’antichità del toponimo è sostenuta da quella del fiume Apsias, derivata da Apsu, l’acqua primordiale nelle religioni mesopotamiche.

Reggio fu una tra le più importanti città della Magna Grecia raggiungendo nel V secolo a.C. una notevole importanza politica ed economica sotto il governo di Anassila che giunse a controllare entrambe le sponde dello Stretto. La polis ottenne un grande pregio artistico-culturale grazie alla sua scuola filosofica pitagorica e alle sue scuole di scultura e di poesia nelle quali si formeranno artisti come Pitagora da Reggio e Ibico.

Magnifying glass icon mgx2.svg Lo stesso argomento in dettaglio: Scuola pitagorica reggina.

Divenne alleata di Atene nella guerra del Peloponneso e successivamente fu espugnata dai siracusani di Dionigi I nel 387 a.C. Città autonoma nelle istituzioni governative, Rhegium fu importante alleata e socia navalis di Roma.

Successivamente in età imperiale divenne uno dei più importanti e floridi centri dell’Italia meridionale, essendo tra l’altro sede del Governatore della Regio III Lucania et Bruttii (Regione di Lucania e Bruzio). Era inoltre il capolinea della Via Capua-Rhegium che la collegava a Capua in Campania e attraversava tutto il versante tirrenico meridionale della penisola.

La città

Nel corso dei secoli alcuni eventi distruttivi, sia naturali che causati dall’uomo, hanno profondamente cambiato l’aspetto di Reggio Calabria, che oggi si presenta come una città moderna principalmente per effetto delle ricostruzioni avvenute dopo il sisma del 1908. Molte opere d’arte ed edifici realizzati nei secoli precedenti sono andati perduti, tuttavia la città conserva esempi monumentali di pregio e antiche vestigia che testimoniano la sua storia.

Il centro storico è in prevalenza caratterizzato da palazzi in stile liberty, senza soluzione di continuità. Si trovano anche esempi di architettura neogotica come la Villa Genoese Zerbi, affiacciata sul lungomare e con un vasto giardino interno.

Teatro Francesco Cilea

In stile neoclassico sono il teatro Francesco Cilea e il Duomo, ricostruito secondo uno stile neoromanico-ecclettico con un’ampia scalinata e tre portali d’ingresso. In stile eclettico è il Palazzo Mazzitelli. Altri luoghi d’interesse sono la chiesa di San Giorgio al Corso in stile razionalista, il Palazzo del TAR.sa del Fascio e la Casa del Fascio (che oggi ospita la sezione staccata del TAR della Calabria).

Diversi sono anche gli edifici in stile moderno come la Torre Nervi, il Palazzo di Vetro di Sant’Anna, il centro direzionale cosiddetto Palazzo CE.Dir., il nuovo Palazzo di Giustizia ancora in costruzione e la Cittadella universitaria.

In stile futurista si rinviene in particolare Palazzo Campanella.

Tapis roulant di via Giudecca

Circa a metà del corso principale si trova la via Giudecca, quasi interamente rivestita con un marciapiede mobile provvisto di copertura in vetro, che permette di raggiungere senza difficoltà la parte alta e la parte bassa della città.

Sempre nel quartiere Pentimele è presente il Palazzo Serpentone (in precedenza sede della Scuola superiore della Pubblica Amministrazione), un complesso di edifici interamente curvilinei che ricordano un serpente.

Nel contesto urbano, inoltre, emergono alcune vestigia storiche di rilievo quali il Castello Aragonese, in parte distrutto dal tempo e dall’uomo, che si colloca nella parte alta della città: la sua struttura originaria era composto da quattro torri e un fossato, mentre oggi restano soltanto le due torri esposte a sud-est ed è sede di esposizioni temporanee[47][48]. In origine la cinta muraria della fortezza racchiudeva anche la Chiesa degli Ottimati, importante chiesa normanno-bizantina del X secolo in perfetto stato di conservazione, nelle immediate adiacenze ospita il collegio dei gesuiti che l’amministrano.

Accanto alla via Giudecca si trova la chiesa di S. Maria della Cattolica, meglio conosciuta come Cattolica dei Greci, riedificata nel 1876 in stile neoclassico: è la concattedrale cittadina ed è amministrata dal protopapa cittadino. Del 1691 è la chiesa di Santa Maria delle Grazie, anche nota come chiesa della Graziella, opera in barocco calabrese sopravvissuta a due devastanti terremoti.

La città ricalca una costruzione a pianta greca ed è attraversata da alcune vie trasversali che ne caratterizzano lo sviluppo, in particolare, nella costa prospiciente il canale di Sicilia è stato edificato il lungomare Falcomatà, una passeggiata di circa 2 km sviluppata su tre livelli. Data la sua ampiezza, all’interno si collocano diverse strutture come l’Arena dello Stretto, collocato al centro della passeggiata a mare.

Nel livello intermedio, attraversabile sia a piedi sia con mezzi di trasporto, sono ubicate tre delle principali strutture di trasporto cittadini: da nord verso sud, si trova il porto, rimodernato nel 2018, che ospita i collegamenti veloci con la Sicilia tramite aliscafi e traghetti Ro-Ro[49]. A pochi metri dal porto è collocata la stazione Lido, che permette di usufruire della metro Tamburello[50] che collega il territorio metropolitano da Rosarno a Melito Porto Salvo.

Nel terzo livello, noto anche come via Marina alta, si sviluppa un’area verde integrata nel tessuto urbano che ospita diverse piante e alberi rari. Al suo interno diverse sono presenti ben tre siti archeologici, nella zona nord è stata ricostruita una tomba ellenistica con annessa area sacra.
All’estremo sud si colloca la stazione stazione Centrale, principale scalo ferroviario della città, permette di accedere alla metropolitana, di usufruire dell’interscambio con bus metropolitani, di linea e taxi ed è servita da collegamenti ferroviari a lunga percorrenza (ferrovia ionica e tirrenica) e ad alta velocità (ferrovia tirrenica).

Uno scorcio delle terme romane

Spostandosi in direzione sud si trovano, a breve distanza tra loro, le mura greche, resti delle fortificazioni difensive cittadine e le terme romane, ruderi di uno tra gli otto impianti termali presenti in città in epoca Romana, con resti di pavimento musivo a piccole tessere bianche e nere. Il sito delle terme romane è tra le poche testimonianze giunte ai giorni nostri del periodo in cui la città di Rhegium Julium fu Civitas Confoederata di Roma e prosperoso Municipium dell’impero romano in Magna Grecia: probabilmente l’area interessata dall’impianto termale è di gran lunga più estesa della zona visitabile del sito stesso.

Nel centro città, parallelamente al lungomare, vi è il corso Vittorio Emanuele III, lunga arteria interamente pedonale caratterizzata da un sistema a piazze nevralgiche nelle quali si affacciano alcuni dei più importanti edifici cittadini.

Da nord, la prima è piazza De Nava, di fronte alla quale si trova il museo archeologico nazionale, proseguendo s’incontra piazza San Giorgio, prospiciente l’omonima chiesa, per arrivare subito dopo nel centro ove si trova piazza Italia, nella quale si concentrano quattro delle principali istituzioni cittadine: il teatro Francesco Cilea, Palazzo San Giorgio, la casa comunale, il Palazzo della Prefettura e Palazzo Alvaro, sede della Città metropolitana.

Una delle gallerie della pinacoteca

Da considerare che presso il teatro è ospitata la Pinacoteca civica con una notevole collezione di opere d’arte, tra cui due tavole rinascimentali di Antonello da Messina risalenti a metà ‘400. La piazza ospita inoltre degli scavi ipogei, visibili anche dall’alto grazie a lucernai che si affacciano direttamente sulla piazza e narrano la millenaria storia di Reggio.

La nuova Piazza Duomo

Successivamente si giunge a piazza Camagna, caratterizzata da una scalinata monumentale che porta al Castello. Immediatamente dopo si trova piazza Duomo, interamente restaurata, nella quale si affaccia la Cattedrale cittadina e la casa natale di Umberto Boccioni.

Piazza del Carmine, in primo piano la fontana artistica, sullo sfondo la Chiesa del Carmine, custode dell’altare barocco del 1787

Nella parte finale si colloca la villa comunale Umberto I, un insieme di giardini pubblici polmone verde della città, e piazza Garibaldi, attualmente in fase di riqualificazione, sulla quale si affaccia la stazione Reggio Calabria Centrale.

In verticale la città, essendo ubicata su di un terreno collinare-montuoso, è attraversata dalle c.d. vie cannocchiale, la cui particolarità è che dalla cima è possibile vedere, come se si stesse guardando da un cannocchiale, lo Stretto e gran parte dell’abitato, in una visione particolarmente suggestiva.

La città si caratterizza altresì per diverse piazze, centri di aggregazione della cittadinanza, che, come visto in precedenza, in gran parte si collocano lungo il corso Garibaldi.

Statue, opere e monumenti

Monumento a Giuseppe De Nava

Reggio ospita diverse statue, opere e monumenti di antichissima origine custoditi presso il Museo archeologico nazionale di Reggio Calabria.

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