Nel Decreto sostegni bis gli aiuti saranno dati «in base alle perdite reali»

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Il governo cambia strategia sui nuovi fondi per sostenere le imprese: raddoppio dei ristori, tagli a bollette e affitti. Giorgetti: «Va valutato non tanto il fatturato, quanto la perdita del risultato d’esercizio»

Si profila un intervento combinato tra emendamenti al decreto legge Sostegni, ora in Senato, e il decreto Sostegni che sarà varato dal governo alla fine del mese.

Obiettivo: rafforzare gli aiuti alle imprese, intervenendo sui costi fissi. Con gli emendamenti al primo decreto verrebbero sospesi alcuni versamenti, dall’Imu alla Tosap, e previsti crediti d’imposta sugli affitti e tagli alle bollette degli esercizi commerciali, mentre col secondo decreto si interverrebbe sulla liquidità (proroga della moratoria sui prestiti e allungamento del periodo di rimborso) e sui nuovi indennizzi, con una importante novità allo studio, annunciata dal ministro dello Sviluppo, Giancarlo Giorgetti: il passaggio dal ristoro sulla perdita di fatturato a quello sulla perdita di bilancio.

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Il ministro ha spiegato che per «alcune categorie, quelle che hanno subito l’arresto dell’attività», la «valutazione corretta» del danno «dovrebbe basarsi non tanto sulla diminuzione del fatturato (parametro usato col dl Sostegni, ndr.), quanto sulla diminuzione del margine operativo lordo, che è la sintesi tra fratturato e costi, sia variabili sia fissi». Col prossimo decreto «il tentativo è di andare verso un indicatore di risultato di esercizio. Naturalmente questo sconta un problema: dobbiamo aspettare l’approvazione dei bilanci». Come uscirne? I prossimi indennizzi, ha spiegato, potrebbero prevedere un acconto ancora basato sul calo di fatturato, e un saldo a giugno o luglio, parametrato sulla perdita di esercizio. Per i nuovi indennizzi il prossimo decreto dovrebbe stanziare all’incirca il doppio rispetto al primo dl Sostegni: 20-22 miliardi, anziché 11. In tutto, il nuovo provvedimento dovrebbe mobilitare una quarantina di miliardi, attingendo a un aumento del deficit 2021. Ieri, infatti, il consiglio dei ministri ha discusso del nuovo «scostamento di bilancio» che il governo varerà oggi insieme con il Def, il Documento di economia e finanza. Il nuovo scostamento, che si somma ai 32 miliardi già utilizzati per finanziare il primo dl Sostegni, spingerà il deficit 2021 verso l’11%, contro il 9,5% dell’anno scorso. Aumenterà anche il debito pubblico in rapporto al Pil, ma ci sarà una spinta di qualche decimale sulla crescita dello stesso prodotto interno lordo nel 2021, che dovrebbe essere del 4,2-4,3%.

Circa mezzo miliardo del nuovo scostamento di bilancio dovrebbe essere subito dirottato in Senato, dove è in discussione il primo dl Sostegni, con l’obiettivo di portare a circa un miliardo le risorse disponibili per gli emendamenti e permettere di finanziare alcune misure di ristoro dei costi fissi. Per i commercianti dovrebbe essere sospesa la rata di giugno dell’Imu e la Tosap, la tassa di occupazione del suolo pubblico, prorogato il credito d’imposta sugli affitti, tagliate le bollette di luce e gas e il canone Rai. Il piatto forte del prossimo decreto saranno appunto i sostegni, ma ci saranno anche le misure sulla liquidità: proroga, probabilmente alla fine dell’anno, della moratoria sui prestiti e allungamento del periodo di restituzione degli stessi. Infine, il governo chiederà al Parlamento anche uno scostamento di bilancio pluriennale per il fondone (si parla di almeno 35-40 miliardi) pluriennale per finanziare le opere che non rientreranno nel Pnrr, come per esempio l’alta velocità Salerno-Reggio Calabria, la linea Roma-Pescara e gli interventi sui porti. La prima tranche dovrebbe scattare nel 2022 ed essere di circa 5 miliardi.

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