Indicazioni e news per avviare una nuova impresa emergente, con dati aggiornati sul settore, le misure di sostegno messe in campo dal Governo e l’attività di Confcommercio per l’innovazione.
Per startup (o start-up) si intende un’impresa emergente, nuova o appena quotata in borsa. C’è da dire però che il significato cambia a seconda del contesto in cui viene utilizzato. Principalmente la startup è un’organizzazione temporanea, rappresenta infatti la prima fase del ciclo di vita di un’azienda, quella di avviamento. Punta sull’innovazione ed è progettata per ideare un business model ripetibile e scalabile.
Al primo luglio 2022 sono 14.621 le start up in Italia iscritte al Registro delle imprese come indicato nel report del Ministero dello Sviluppo economico (oggi delle Imprese e del Made in Italy) in collaborazione con Unioncamere, InfoCamere e Mediocredito Centrale.
Questa pagina vuole essere una guida esaustiva e utile per chi ha intenzione di avviare una nuova impresa. Di seguito l’indice degli argomenti.
Requisiti
Un’azienda per essere definita startup deve soddisfare alcuni requisiti. Le condizioni necessarie sono le seguenti:
- scalabilità sul mercato;
- replicabilità del modello di business;
- innovazione potenziale (di prodotto o di processo);
- temporaneità, deve essere nata da meno di 5 anni.
Tipi di start up
Esistono sicuramente varie tipologie di startup. Secondo Steve Blanck, noto imprenditore della Silicon Valley e padre della “lean startup”, sono addirittura cinque diversi tipi:
- la piccola impresa;
- quelle costituite per essere acquistate;
- quelle scalabili o che cercano capitale;
- di derivazione, quindi che si diramano da società madri più grandi;
- sociali, legate quindi ad organizzazioni no-profit e di beneficienza.
Secondo Paul Graham, considerato il “filosofo delle startup” che nel 2005 ha creato Y Combinator, “chi investe in questo tipo di aziende, si aspetta che molte falliranno. È una delle leggi di questo mondo. Ma se tu investi in 5 startup, 4 falliscono e una cresce di 10 volte, tu hai comunque raddoppiato i tuoi soldi. Non c’è nulla di nuovo, è come funziona il mercato dei venture capitalist”.
In Italia è stato introdotto un quadro normativo per le Startup innovative, cioè società di capitali, costituite anche in forma cooperativa, residenti in Italia (o in altro Paese membro dell’Ue, ma con una sede produttiva o una filiale in Italia), che hanno come oggetto sociale esclusivo o prevalente lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico.
Start up innovative
La startup innovativa è un’impresa giovane, con forti potenzialità di crescita, che punta il suo business sulla tecnologia e sull’innovazione. Nel 2012 il Decreto legge 179/2012 ha introdotto un quadro di riferimento organico per sostenere e supportare le attività del settore, il cosiddetto Startup Act, varato dall’allora ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera. La legge dava il via al Registro delle startup innovative, che ad oggi può contare più di 14mila imprese.
Per ottenere lo status di startup innovativa le imprese devono seguire i seguenti requisiti oggettivi:
- devono essere costituite da meno di cinque anni;
- avere un fatturato annuo inferiore a cinque milioni di euro;
- non devono essere quotate in un mercato regolamentato o in una piattaforma multilaterale di negoziazione;
- avere residenza in Italia o in un altro Paese UE, ma con sede produttiva o filiale in Italia;
- che non distribuiscono o non hanno distribuito utili;
- ha come oggetto sociale esclusivo o prevalente lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di un prodotto o servizio ad alto valore tecnologico
- non sono il risultato di una fusione, scissione o cessione di ramo d’azienda.
Deve inoltre rispettare almeno uno dei seguenti tre requisiti soggettivi:
- sostiene spese in Ricerca e Sviluppo (almeno il 15% del maggiore valore tra costo e valore totale della produzione);
- impiega personale altamente qualificato (almeno un terzo dottori di ricerca, dottorandi o ricercatori o almeno due terzi con laurea magistrale);
- è titolare, depositario o licenziatario di almeno un brevetto o titolare di un sofware registrato.
Secondo il report di Infocamere sui trend economici delle Startup innovative (testo integrale-link pdf), alla fine del secondo trimestre 2022 sono 14.621 le aziende inscritte alla sezione speciale del Registro delle Imprese, in aumento dell’1,8% rispetto al trimestre precedente. La Lombardia rimane la regione in cui è localizzato il maggior numero di startup innovative 8il 26,7% del totale nazionale), seguita da Lazio, Campania, Veneto, l’Emilia Romagna e il Piemonte. In coda troviamo la Basilicata, il Molise e la Valle d’Aosta.
Invece il Trentino Alto Adige è la regione con la più elevata incidenza di startup innovative in rapporto al totale delle società di capitali con meno di cinque anni e cinque milioni di fatturato annuo. Per le città Milano è di gran lunga la provincia in cui è localizzato il numero più elevato di startup innovative (18,7%).
Nel terzo trimestre 2022 (documento pdf), si conferma il trend di crescita per le startup innovative. Sono infatti oltre 14mila e 700 le società iscritte al registro delle imprese, il numero più alto di sempre. Lombardia, Lazio e Campania rimangono le prime tre regioni italiane per numero di startup.
Il 2022 si chiude come miglior anno di sempre in termini di finanziamenti alle startup italiane, con più di 2 miliardi di euro investiti e una crescita del 68% rispetto al 2021. Questi i dati dell’Osservatorio Startup Hi-tech del Politecnico di Milano.
Altri tipi di start up
Si può fare anche un’altra distinzione delle startup, considerando cioè il settore in cui operano e quindi il loro mercato di riferimento. La maggior parte sono effettivamente legate alla tecnologia ed all’innovazione. Tra gli altri settori troviamo:
- marketing e pubblicità;
- sanitario;
- formazione;
- ambiente ed energia;
- vendite al dettaglio ed e-commerce;
- blockchain e criptovalute.
Un’altra tipologia di startup è la cosiddetta “azienda unicorno”, un’impresa innovativa (solitamente una startup, ma non solo) valutate più di un miliardo di dollari. L’esempio più noto è Facebook.
Finanziamenti
Con l’avvento dell’emergenza sanitaria il governo ha messo in campo anche altre misure per far fronte alla crisi economica. Tra queste troviamo:
- Contributi a fondo perduto per acquistare servizi per lo sviluppo delle imprese innovative;
- Sostegno al Venture Capital;
- Credito d’imposta in ricerca e sviluppo;
- Proroga del termine di permanenza nella sezione speciale del registro imprese;
- Estensione della garanzia per il Fondo centrale di garanzia per le Pmi;
- Programma Investor Visa for Italy: dimezzamento delle soglie minime di investimento;
- Agevolazioni per le Startup Innovative delle zone colpite da eventi sismici.
Un altro finanziamento previsto dal governo a sostegno delle startup innovative troviamo l’incentivo Smart&Start, che finanzia piani d’impresa di importo compreso tra 100 mila euro e 1,5 milioni di euro.
Smart&Start Italia
Per sostenere la nascita e la crescita delle startup innovative ad alto contenuto tecnologico, il Ministero dello Sviluppo economico ha introdotto, con il decreto del 24 settembre 2014, l’incentivo Smart&Start, per stimolare una nuova cultura imprenditoriale legata all’economia digitale e valorizzare i risultati della ricerca scientifica e tecnologica.
L’incentivo è a sportello, non ci sono quindi graduatorie né scadenze, e sono finanziabili progetti con spese tra 100mila e 1,5 milioni di euro. Le domande sono esaminate entro 60 giorni, in base all’ordine di arrivo. La misura è gestita da Invitalia, che valuta i progetti imprenditoriali, concede i finanziamenti e ne valuta la realizzazione. Dalla sua partenza, nel settembre 2013, Smart&Start ha sostenuto, con 550 milioni di euro, 1.420 startup, creando più di 9mila posti di lavoro qualificati.
Il primo giugno scorso, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha firmato due decreti per stanziare 108 milioni di euro per rifinanziare “Smart&Start Italia”. Nello specifico le risorse sono state ripartite così:
- 8 milioni di euro del Fondo per investimenti che favoriscono la crescita sostenibile da parte di startup innovative localizzate nelle seguenti regioni: Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Liguria, Veneto, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Lazio, Marche e Abruzzo;
- 100 milioni di euro del Programma nazionale “Ricerca, Innovazione e Competitività per la transizione verde e digitale 2021-2027” alle iniziative imprenditoriali innovative delle regioni Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna.
La dotazione riservata alle startup femminili è invece pari a 100 milioni di risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza. L’agevolazione prevede per le imprese costituite interamente da donne un finanziamento a tasso zero, senza alcuna garanzia, del 90% (invece che all’80% come previsto per l’incentivo ordinario) delle spese ammissibili. Le istanze possono essere presentate anche da persone fisiche che intendano formare una società con i requisiti di impresa femminile. Il finanziamento andrà poi restituito in dieci anni a partire dal dodicesimo mese successivo all’ultima quota ricevuta.
Il Ministero dello Sviluppo economico, con circolare del 4 luglio 2022, ha dato la possibilità di presentare le richieste per la conversione di una quota del finanziamento agevolato in contributo a fondo perduto a partire dallo scorso 14 luglio 2022.
Gli incentivi di Smart&Start sono stati aggiornati dal decreto del 24 febbraio 2022 (testo pdf), che ha introdotto, per le startup innovative che hanno beneficiato delle agevolazioni, la possibilità di chiedere di convertire in contributo a fondo perduto una quota del finanziamento già ottenuto, nel caso in cui sia destinataria di investimenti nel capitale di rischio attuati da investitori terzi o da soci.
Sul sito di Invitalia è ancora possibile fare domanda per ottenere un finanziamento a tasso zero fino a 1,4 milioni di euro e senza garanzie. Le startup, inoltre, con sede nel Sud Italia e nelle zone del Centro colpite dal terremoto, potranno ricevere un contributo a fondo perduto pari al 30% del mutuo e restituire solo il 70%.
Cdp Venture Capital Sgr
Il Fondo nazionale innovazione di CDP Venture Capital nasce nel 2020 con l’obiettivo di ampliare gli investimenti diretti e indiretti, gestendo i fondi e favorendo la nascita di nuovi gestori, a supporto delle startup.
CDP Venture Capital effettua investimenti attraverso fondi diretti e fondi di fondi, tra cui:
- Fondo acceleratori – finanzia le migliori startup nel percorso di accelerazione e nei round successivi;
- Fondo Boost Innovation – supporta, nella fase di avvio e finanziamento, le startup con forte impatto innovativo per il business delle corporate stesse e per lo sviluppo dei mercati nei quali operano;
- Fondo Corporate Partners I – investe in startup e PMI innovative che operano in settori strategici;
- FOF Venturitaly, Fondo di fondi di Venture Capital – investe in fondi di venture capital attivi in tutta la filiera, per generare ritorni per gli investitori e sviluppare il mercato del venture capital in Italia;
- Fondo evoluzione – effettua investimenti diretti in Round A-B su startup e PMI innovative;
- Fondo rilancio startup – a supporto del tessuto innovativo italiano: attraverso i fondi stanziati dal Mise, il Fondo investe in start up e PMI innovative operanti nel nostro Paese;
- Fondo Technology Transfer – valorizza i risultati della ricerca scientifica e tecnologica suk mercato con investimenti diretti e indiretti, creando anche Poli di trasferimento tecnologico in collaborazione con università e centri di ricerca per incentivare la nascita di startup deep tech e investendo in fondi di venture capital specializzati in TT;
- Fondo Italia Venure I – investe nelle migliori startup e PMI innovative insieme ad attori privati nazionali e internazionali;
- Fondo Italia Venure II, Fondo imprese Sud – accelera la competitività e lo sviluppo di startup e PMI innovative del Mezzogiorno.
Fondo dei fondi europeo
Il 13 febbraio è stato lanciato il nuovo Fondo dei fondi paneuropeo, che sostiene le startup altamente tecnologiche nell’ambito dell’ETCI-European Tech Champions Initiative promossa dal Gruppo Bei (BEI-Banca europea per gli investimenti e FEI-Fondo europeo per gli investimenti) in collaborazione con Italia, Germania, Francia, Spagna e Belgio. Il Fondo ha ottenuto una copertura di 3,75 miliardi di euro, di cui 500 milioni da parte del Gruppo BEI e 3,25 dagli Stati membri aderenti. L’Italia ha contribuito con 150 milioni di euro. Le dimensioni del Fondo sono però destinate a crescere sempre di più.
“Dalla collaborazione europea – ha commentato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso – nasce un’industria più forte, con un’autonomia strategica più marcata. È questa la direzione di marcia che dobbiamo avere nei prossimi anni. La vitalità delle startup nel nostro Paese degli ultimi anni va sostenuta. Dobbiamo aiutare le nostre imprese ad affrontare la successiva fase di crescita ed eventuale quotazione sui mercati. L’iniziativa europea va in questa direzione: realizzare un ecosistema di venture capital capace di consolidare la crescita delle aziende europee e renderle sempre più competitive sui mercati internazionali”.
Green e Digital Transition Fund
Tra le risorse del Pnrr sono disponibili 550 milioni a favore di startup e piccole e medie imprese per finanziare progetti che riguardano la transizione ecologica e digitale. L’obiettivo della misura è di stimolare la crescita del Paese attraverso investimenti di capitale di rischio (venture capital diretti e indiretti).
Le risorse attingono a due fondi: “Green Transition Fund”, con una dotazione di 250 milioni di euro e il “Digital Transition Fund”, a cui sono stati assegnati 300 milioni (gestiti da CDP Venture Capital SGR per conto del Ministero delle Imprese e del Made in Italy), compresi nell’ambito degli interventi del Pnrr. Il 40% delle risorse sono riservate agli investimenti (diretti e indiretti) da realizzare nelle regioni del Sud Italia.
Agevolazioni fiscali e detrazioni
Per le startup innovative sono state introdotte numerose misure. Con il decreto legge del 19 maggio 2020, n. 34, più famoso con il nome Decreto Rilancio, troviamo le seguenti agevolazioni per il rafforzamento e il sostegno dell’ecosistema delle startup innovative:
- Fondo di Garanzia per le Pmi;
- incentivi fiscali “de minimis”;
- trasformazione in PMI innovative;
- esonero da diritti camerali e imposte di bollo;
- raccolta di capitali attraverso campagne di equity crowdfunding;
- servizi di internazionalizzazione alle imprese (ICE);
- deroghe alla disciplina societaria ordinaria;
- disciplina del lavoro flessibile;
- proroga del termine per la copertura delle perdite;
- deroga alla disciplina sulle società di comodo e in perdita sistematica;
- strumenti di partecipazione al capitale;
- esonero dall’obbligo di apposizione del visto di conformità per compensazione dei crediti Iva;
- Fail Fast.
Le startup innovative possono godere dei benefici previsti entro i 5 anni della loro nascita. Tra scorso quel periodo hanno la possibilità di trasformarsi in PMI innovative, senza perdere i benefici disponibili.
Incentivi fiscali “de minimis”
L’agevolazione prevede una detrazione Irpef del 50% per persone fisiche che investono nel capitale di rischio di startup o Pmi innovative. La misura è stata introdotta dal Decreto Rilancio (D.L. 34/2020, art. 38, commi 7-8) ed è disciplinata dal Decreto interministeriale del 28 dicembre 2020.
L’investimento deve essere mantenuto per almeno tre anni e può essere effettuato direttamente o tramite organismi di investimento collettivo del risparmio (OICR). Per le startup innovative l’investimento agevolato corrisponde ad un massimo di 100mila euro per ciascun periodo di imposta, mentre per le Pmi innovative ammonta ad un massimo di 300mila euro (oltre questo importo è possibile detrarre il 30% dalla parte eccedente in ciascun periodo d’imposta).
Come sancito dal Regolamento “de minimis”, non si possono ottenere più di 200mila euro di aiuti in “de minimis” nell’arco di tre esercizi finanziari.
Regime forfettario
Per le startup con partita IVA in regime forfettario il governo ha previsto l’applicazione di un’aliquota ridotta al 5% per i primi cinque anni. Per rientrare nell’agevolazione è necessario rispettare tre requisiti:
- non aver esercitato nei tre anni precedenti l’avvio della startup alcuna attività artistica, professionale o d’impresa (nemmeno in forma associata o familiare);
- la nuova attività non deve essere una prosecuzione di un’altra svolta come lavoratore dipendente o autonomo;
- nei casi in cui si prosegue l’attività altrui i ricavi e i compensi precedenti alla richiesta non devono superare gli 85mila euro.
Normativa di riferimento
Di seguito le principali norme e leggi del mondo delle startup. Le nuove imprese innovative godono di un quadro di riferimento dedicato in materia di: semplificazione amministrativa, mercato del lavoro, agevolazioni fiscali e diritto fallimentare. Alcune di queste misure sono estese anche alle Pmi innovative.
- Decreto ministeriale 28 dicembre 2020 – Modalità di attuazione degli incentivi fiscali in regime “de minimis” all’investimento in start-up innovative e in PMI innovative
- Decreto Rilancio, legge 19 maggio 2020, n. 34;
- Decreto ministeriale 7 maggio 2019 – Modalità di attuazione degli incentivi fiscali all’investimento in start-up innovative;
- Regolamento Consob sull’equity crowdfunding-PDF, testo in vigore dal 3 gennaio 2018;
- Decreto ministeriale 28 ottobre 2016 – Approvazione del modello per le modifiche ad atto e statuto delle startup innovative costituite online;
- Decreto interministeriale 25 febbraio 2016 – Incentivi fiscali all’investimento in startup innovative, modalità di attuazione;
- Decreto 17 febbraio 2016 – Modalità di redazione degli atti costitutivi di società a responsabilità limitata startup innovative;
- Decreto 30 gennaio 2014 – Incentivi fiscali all’investimento in startup innovative;
- Decreto 26 aprile 2013 – Accesso gratuito al Fondo di Garanzia;
- Legge 17 dicembre 2012, n.221 del DL Crescita 2.0 – artt.25-32.
Startup Act
- Scheda di sintesi della policy sulle startup innovative – link pdf, ottobre 2020;
- Slide di riepilogo – La strategia nazionale per le startup e le PMI innovative – link pdf, 17 luglio 2019.
Confcommercio per le start up
Sul tema dell’innovazione digitale, Confcommercio ha come punto di riferimento Edi, Ecosistema digitale per l’innovazione, riconosciuto e accreditato dal Piano Nazionale Impresa 4.0. Tra le sue attività, Edi offre servizi innovativi su tutto il territorio nazionale, facilita la creazione di contesti all’interno dei quali far dialogare grandi aziende, startup e PMI, il sistema di finanza pubblica e privata, il sistema universitario e della ricerca, le Istituzioni e gli stakeholder locali, nazionali e internazionali che si occupano di innovazione.
Un esempio concreto sono i Poli europei di innovazione digitale (EDIH). Nel contesto del “Programma Europa Digitale”, a sostegno della trasformazione digitale delle società e delle economie europee, il Ministero dello Sviluppo economico ha previsto la costruzione di una rete europea di poli di innovazione digitale. Su 13 progetti europei finanziati, tre sono nate insieme ad Edi: un progetto a livello nazionale (ARTES 5.0) e due progetti regionali in Toscana e Marche (Tuscany X.0 e EDIH4Marche).
Inoltre a breve partirà un programma di “Open innovation” per le piccole e medie imprese dei settori turismo e retail. La partecipazione di startup innovative, in questo caso, servirà per attivare nelle aziende più “tradizionali” delle innovazioni anche di metodo oltre che tecnologiche, proprio grazie al coinvolgimento di attori che normalmente non dialogano tra loro.
Edi offre inoltre gratuitamente ai propri associati un programma di webinar sui temi più strategici del digitale, e l’accesso ad una piattaforma di e-learning in cui trovare tutte le sessioni e i materiali, per una formazione aperta e flessibile. Fra questi, ad esempio, ha riscosso molto interesse l’approfondimento fatto insieme a ELIS – Open Italy sull’uso di LinkedIN per le startup, che ha prodotto una guida scaricabile gratuitamente.
L’altro pilastro dell’attività di supporto alla digitalizzazione è costituito dalla rete EDI di Sportelli Innovazione, chiamati SPIN, diffusa nelle sedi Confcommercio territoriali. La startup può accedere allo sportello attraverso un check-up digitale gratuito, a seguito del quale si attiva una relazione personalizzata che accompagna la startup nel suo percorso di innovazione, supportandola nella partecipazione a bandi locali e nazionali e offrendole una consulenza di fiducia. Lo SPIN, a sua volta, può accedere ad un marketplace interno attraverso cui trovare le competenze per supportarla a livello tecnologico e di processo.
Sportello Startup
Per tutti gli associati è inoltre attivo, su tutto il territorio, lo Sportello Startup, che offre una consulenza personalizzata da parte degli esperti della Confederazione per realizzare un progetto d’impresa completo e realistico. Per scoprire tutti i vantaggi contatta qui l’Associazione a te più vicina. Avrai a disposizione servizi qualificati e potrai conoscere anche tutti gli sconti dedicati, le convenzioni attive e gli incentivi alle imprese e infine consulenze per gli adempimenti amministrativi, catastali e fiscali.
#StartupHub2030
Nel corso di un evento a Milano il 20 aprile scorso, è stato presentato da Assintel, l’Associazione nazionale imprese ICT aderente a Confcommercio, il progetto #StartupHub2030, nato per coniugare sostenibilità, business e digitale. “Crediamo che sia giunto – ha spiegato Dante Laudisa, vicepresidente Assintel e responsabile dell’iniziativa – il tempo in cui un’associazione imprenditoriale come Assintel debba assumersi la responsabilità di proporre una direzione, non solo di business ma di senso: che mondo vogliamo contribuire a costruire? La sostenibilità è una direzione, è forse il valore senza il quale tutto il resto presto non avrà più senso, ma non è incompatibile con il business, anzi può abilitarlo”.
#StartupHub2030 ha come obiettivo quello di costruire un modello, creando connessioni concrete, attraverso l’adozione della metodologia Value’s Metrics, fornita dal Fondo Fon.Te. partner del progetto, fra il mondo delle startup innovative, il mondo della finanza generativa e gli stakeholder. La metodologia integra i riferimenti tecnico-metodologici più comuni (SDGs, GRI, Taxonomy report) con i processi aziendali e le policy ESG, fornendo una valutazione in base al quale la startup sarà pronta per essere finanziata ed inserita in percorsi ad hoc di evoluzione per un interesse concreto da parte delle istituzioni finanziarie che fanno parte dell’ecosistema di #StartupHub2030.
Durante l’evento sono stati presentati anche i risultati del progetto pilota che ha coinvolto tre startup associate: Webidoo, Cyberneid e Floky Socks. Nei prossimi mesi l’iniziativa sarà estesa anche a livello nazionale e verrà messa a disposizione di tutte le startup associate ad Assintel.
“Greener”
L’iniziativa “Greener” è stata lanciata dai Giovani Imprenditori Confcommercio, in partnership con Meta, LVenture Group e Legambiente. Si tratta di una call per startup con l’obiettivo di selezionare imprese innovative in grado di supportare la crescita sostenibile di aziende e Pmi. Il progetto è dedicato alle startup che hanno sviluppato soluzioni capaci di aiutare concretamente le imprese ad adottare modelli di business improntati all’abbattimento delle emissioni di carbonio e al raggiungimento della sostenibilità.
Si può presentare la propria candidatura direttamente online sul sito internet www.greenercall.com fino al 23 gennaio 2023. Le cinque soluzioni più innovative parteciperanno ad un evento finale con la premiazione dei tre vincitori con un contributo in denaro e crediti pubblicitari.
La transizione ecologica verso un’economica “Net zero” è tra gli obiettivi più importanti per il tessuto economico e produttivo a livello globale. In questo contesto le startup svolgono un ruolo molto importante, in quanto protagonisti del cambiamento. Sono quindi tre le sfide selezionate per la gara di “Greener”:
- “Reduce”– ridurre le inefficienze
delle imprese incentivando il risparmio energetico; - “Reuse” – favorire l’economia circolare attraverso soluzioni dedicate soprattutto al settore
del fashion e della moda; - “Recycle” – implementare le soluzioni delle problematiche connesse allo smaltimento dei rifiuti.
Premio nazionale per l’innovazione nei servizi
Lanciato nel 2009, il Premio Nazionale per l’Innovazione nei Servizi, organizzato annualmente da Confcommercio, seleziona le migliori esperienze di innovazione nel commercio, turismo, trasporti, servizi alle imprese ed alle persone.
I premi sono costituiti da onorificenze consegnate dal Presidente della Repubblica durante la cerimonia del Premio nazionale dell’Innovazione. Sono previste anche Menzioni di merito, dei riconoscimenti consegnati da Confcommercio a quei progetti che, pur non avendo vinto il Premio, risultano particolarmente innovativi.
I premi sono divisi per categoria:
- innovazione nel commercio;
- innovazione nel turismo;
- ICT nei servizi;
- Service design nei servizi.
FAQ (frequently asked questions)
È possibile aprire una startup senza notaio?
No, questa procedura era possibile fino a marzo 2021, utilizzando un’apposita procedura online di costituzione. Il Ministero dello Sviluppo economico con una sentenza del 29 marzo 2021 ha eliminato il precedente decreto ministeriale che lo consentiva. Dal 14 dicembre è possibile però costituire una nuova startup online con un notaio, in videoconferenza.
È possibile aprire una startup senza partita iva?
No, la partita Iva è un passaggio obbligato, senza non potrebbe fare promozione, né svolgere regolarmente la propria attività, qualunque sia il settore in cui operi.
Per quanti anni si è startup?
Secondo lo Start Up Act del Ministero dello Sviluppo economico le startup innovative sono considerate tali se costituite da meno di cinque anni, non quotate su un mercato regolamentato, né su una piattaforma multilaterale di negoziazione.