Il nodo Equitalia
Una soluzione che accontenta l’ala più a sinistra della maxi-maggioranza, che mal digeriva un condono ampio come si era prospettato all’inizio, ma che consente anche al centrodestra, e a Italia Viva, di rivendicare il successo perché si procederà a stretto giro alla riforma della riscossione. L’obiettivo comune è quello di liberare il cosiddetto magazzino della ex Equitalia, affogato da milioni di cartelle che in 9 casi su 10 oramai non sono in sostanza più esigibili o perché di persone decedute o ditte fallite o perché negli anni già si è cercato già in più modi di riscuotere senza successo. «È chiaro che sulle cartelle lo Stato non ha più funzionato, uno Stato che ha permesso l’accumulo di milioni e milioni di cartelle che non si possono esigere: bisogna cambiare qualcosa» ha sottolineato il premier.
E nel provvedimento viene scritto nero su bianco che nei prossimi due mesi il ministero dell’Economia dovrà preparare una riforma della riscossione da sottoporre nelle sue linee generali al Parlamento con una relazione che indichi «i criteri per procedere alla revisione del meccanismo di controllo e di discarico dei crediti non riscossi». Con la nuova cancellazione dei debiti fiscali, che segue quella delle mini-cartelle sotto i 1000 euro del 2019, saranno quindi «automaticamente annullati i debiti di importo residuo fino a 5.000 euro comprensivo di capitale, interessi» e sanzioni, comprese le cartelle ancora oggetto della rottamazione. Saranno cancellate però solo quelle delle persone fisiche con reddito imponibile entro i 30mila euro nel 2019 e «dei soggetti diversi dalle persone fisiche» entro lo stesso imponibile. Sarà un decreto del ministero dell’Economia a stabilire modalità e date dell’annullamento delle cartelle e fino a quel momento sarà sospesa ogni azione di recupero sulle stesse.