La struttura originaria
Edificate in mattoni cotti di cui non è rimasta quasi traccia, le mura poggiano su fondazioni in pietra tenera locale. La cinta muraria era costituita da un muro a doppia cortina, i cui vuoti venivano riempiti di terra e pietrisco e sui quali veniva innalzato il muro vero e proprio, fatto con blocchi isodomi di arenaria locale, disposti su due file parallele con tratti perpendicolari.
LO SAPEVI CHE?
La parte conservata è di straordinario interesse, perché si tratta del punto in cui le mura occidentali facevano un angolo, deviando verso oriente, chiudendo a meridione la cinta reggina.
Le varie ipotesi sulla data di costruzione
Ai fini della datazione, gli antichi frammenti di ceramica ritrovati nei mattoni non sono utili a stabilire un momento storico preciso. L’ipotesi più verosimile è che si tratti di mura costruite dopo la metà del IV secolo a.C., quando Dionisio II ricostruì la città di Reggio col nome di Febea, la città di Febo Apollo. La Soprintendenza archeologica ha ipotizzato che, nel circuito murario reggino, le mura in mattoni crudi siano di epoca del tiranno Anassila (V sec. a.C.) mentre quelle in mattoni cotti siano da attribuirsi al tiranno Dionisio II, che permase a Reggio solo tra il 356 ed il 351 a.C. Altri studiosi pensano invece che le mura, così come le conosciamo, siano tutte della parte finale del IV sec. a.C., testimoniando gli interventi di Dionisio II, della Repubblica Reggina e del re Agatocle.
Aldilà della datazione precisa, le mura greche rappresentano una testimonianza storica importante non solo della città, ma di tutta la civiltà classica in riva al Mediterraneo.
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