Sostenere le idee imprenditoriali nelle regioni del Mezzogiorno: con la conferma della misura gestita da Invitalia anche per il 2021, le occasioni per costruire il proprio futuro aumentano, anche in territori storicamente svantaggiati.
La misura Resto al Sud, di cui potete leggere la guida completa redatta dagli esperti di Contributi PMI, è stata finanziata per la prima volta nel 2017. Quest’anno, però, sono stati apportati dei cambiamenti importanti. Intanto, la platea dei beneficiari che si amplia: se prima era possibile accedere alle agevolazioni solo fino ai 45 anni, ora è possibile ricevere i finanziamenti fino ai 55 anni compiuti. Per avere i finanziamenti, è necessario essere residenti (oppure trasferire la propria residenza) in una delle regioni del Sud Italia: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia. Possono presentare domande anche gli aspiranti imprenditori delle aree colpite dai terremoti nel 2016 e 2017.
Per poter accedere ai finanziamenti di Resto al Sud, ci sono dei vincoli da rispettare. I richiedenti non devono avere contratto a tempo indeterminato per tutta la durata del finanziamento, né devono essere liberi professionisti oppure titolari di un’impresa già attiva alla data del 21 giugno 2017. Al contrario, devono aver costituito, o costituire, imprese individuali o società con sede legale in una delle regioni destinatarie della misura. La misura finanzia imprese di varia natura. Intanto, le imprese del turismo: in regioni che fanno di questo settore una delle leve principali economiche, creare un’attività di questo tipo può essere un’idea vincente, pur con tutte le difficoltà del caso. Rientrano nella misura anche le attività di trasformazione di beni del settore agricolo, le attività di produzione di beni dei settori industria e artigianato, i settori pesca e acquacoltura e le imprese che forniscono servizi. Anche le libere professioni possono godere dei finanziamenti di Resto al Sud, mentre sono escluse le attività agricole e di commercio.
Per il 2021, i fondi stanziati sono di 1 miliardo e 250 milioni di euro. Chi fa richiesta può ottenere fino a 50mila euro (60mila se società in forma individuale), che diventano 200mila in caso di società con quattro soci. Il finanziamento copre il 100% delle spese: il 50% sotto forma di contributi a fondo perduto, l’altro 50% con un finanziamento bancario garantito dal Fondo di Garanzia per le PMI, da rimborsare entro 8 anni dall’erogazione. Le spese ammesse dalla misura riguardano gli interventi di ristrutturazione e manutenzione di beni immobili (30% massimo del programma di spesa), l’acquisto di macchinari e attrezzature nuovi, programmi informatici e servizi tecnologici, servizi per telecomunicazioni, spese di gestione (ma quest’ultime solo per massimo il 20% del programma di spesa). Per richiedere i finanziamenti, bisogna collegarsi alla piattaforma di Invitalia e, dopo essersi registrati, caricare la domanda e la documentazione richiesta. Resto al Sud è una misura a sportello: non ci sono né scadenze né bandi. Invitalia esamina le domande in ordine di arrivo fino a quando i fondi a disposizione non si esauriscono. Una volta verificati i requisiti e se il progetto è sostenibile dal punto di vista economico, è possibile ottenere il finanziamento. Resto al Sud è senza dubbio una misura interessante, soprattutto in un periodo complicato come questo e in territori dove le difficoltà nel fare impresa sono maggiori rispetto al resto del paese.